Poesia 1^ classificata Sez. A. Motivazione della Giuria: «Per la semplicità dei contenuti, la gioia del verso leggero, il sentire dell’attimo che coglie emozioni e ricordi. Una toccante anafora che rincorre se’ stessa.»
Ludovica Mazzucato
Il mio canto verde
T’amo fieno odoroso,
perché non hai
la matura presunzione
della spiga.
T’amo albero saggio,
perché al cadere
delle tue foglie
non odo nessun lamento.
T’amo zefiro intrepido,
perché soffi
come Eolo comanda,
senza inganno
e senza pregiudizio.
T’amo cirro passeggerò,
perché disegni nel cielo
parole d’amore
che solo i cuori giusti
sanno tradurre.
T’amo sentiero sterrato,
perché accogli
il mio passo incerto
senza chiedermi
da dove vengo.
Indosso la conoscenza
come la divisa del giardiniere
innamorato di ogni filo d’erba.
Sotto le mie unghie,
fertili di terra e sudore,
germoglia la coscienza.
Già domani raccoglierò
i suoi frutti.
Poesia 2^ classificata Sez. A. Motivazione della Giuria: «Affresco di vita vera, pugno nello stomaco che gioca con la concretezza e che continua a fare male. Ma è giusto vedere e sentire nelle parole che sembrano danzare.»
Vanes Ferlini
I bambini di Fortaleza
I bambini di Fortaleza
hanno i piedi amari
tirano calci alla speranza
Quattro stracci, brandelli di vita
arrotolati di spago e preghiere – fili di ragno tra oggi e domani – È sordo il tonfo sulla lamiera
e sordo il mondo che non vuole sapere
i nomi i volti le mani
Ma i bambini di Fortaleza
portano un nome
che l’elemosina non cancella
né scolorisce la dimenticanza
Sono scolpiti nel fango, i nomi
germogli di speranza nati
senza sapere perché
nati a nostra insaputa
che parliamo a bocca piena
e gettiamo briciole
I bambini di Fortaleza
con le mani lunghe
gli occhi di carbone
troppo dolci per piangere
troppo crudi per credere
ancora alle favole
L’uomo nero è forse bianco
ma il colore dei soldi
quello vince anche l’arcobaleno
I bambini di Fortaleza
sono merce di scambio
carne da macello
per rubare il primo sorriso
che vale di più…
tutti i sogni sradicati
– è storpia la bocca che divora i sogni –
I bambini di Foraleza ballano
il samba tra le baracche…
aspettano un pensiero felice
per tornare alla luce.
Poesia 3^ classificata Sez. A. Motivazione della Giuria: «Perché lascia assaporare la nitida forza della scrittura che si fa sogno e realtà, per il passaggio repentino quasi pindarico, dalla fisicità alla sensibile ragione d’esistere.»
Giada Cattaneo
Il silenzio di stelle stanche
Voce di cioccolato e miele,
velata trasparenza diffusa nell’aria,
nasce dalle tue labbra di un rosso confuso
per parlarmi, per punirmi.
Consumo il mio tempo scrivendo, scrivendomi
per non volgere l’attenzione ai pensieri,
esili fili di seta che luccicano accecandomi,
partoriti dalle tue parole troppo lente per sfuggire.
Ogni tuo respiro mi fa tremare,
stalattiti di ghiaccio sulla mia pelle,
mentre ogni mia membrana è scossa da un delirio d’amore,
lacerata da sentimenti impuri e vigliacchi.
Sentii il suo nome addormentato sul tuo cuore:
un sasso in pieno viso,
sale gettato su una ferita che pulsa ancora di sangue,
boia sterminatore di ogni sogno, senza pietà.
Anche con il sonno il mio tormento non avrà fine,
terrò gli occhi spalancati, fissi verso il cielo profondo,
come un soldato in guerra, dimenticato dalla vita,
succhiando qualche illusione dalla notte.
Il desiderio mi ucciderà senza martoriarmi il fisico,
ardente e impaziente fiamma della morte,
lasciando solo un debole vuoto
che si colmerà con il silenzio di stelle stanche di questa notte.
Poesia 1^ classificata Sez. B. Motivazione della Giuria: «Senza retorica e senza rischi di ripetitività, la lirica si fa portavoce di un ricordo indelebile alla luce di un pensiero che ritorna per non dimenticare».
Tiziana Monari
Ei sandal gris de Auschwitz
Am guerden ei sembra che riden pusè visin
a una rosa rossa ed sera,ad una scierpa rotta
ei sandal gris de Auschwitz
ferm sopra un piedistall ed tenebr e dolor
camminerei ai pè d’un mimin dvintè ven,
busan ei ghias dl’inveren,
la lussuria di moster con la bocca bienca
scivuleren en silenz tra l’aria e la battigia,
in una caduda ed un vol,
sugnand abess verdi, mani farfaie,
paiozz bionde d’or
cercheren un mond incantè,
na melodia d’amor,
prima ed finir nei bur in un trst matin ed sner
mentre la follia degli ommen disegneva mort con i pastelli a sera.
E in del cel vibreven al stelli amatì,
con l’illusion d’un tempurel
Prima dei gnint.
Poesia 2^ classificata Sez. B. Motivazione della Giuria: «Quadretto di elementi naturali con echi di un passato bucolico che sa di dolce rimpianto».
Michelangelo Lombardo
A finesteja
(dialetto calabrese)
Comu s’affannava u’ cori
Quandu cercava nu signu
Arretu a chija finestreja, aundi
S’ allongava ‘a spera i na lumera,
mpenduta vicinu e’ vitri nfumicati,
cu focularu ch’ ajumandu
caddijava l’ossa tutti nfridduliti.
S’ aricord’ ‘ a vecchijareia quandu
Ammucciuni aspettava u zitu,
chi spuntava i na vineja, e nu
vasu ca’ manu nci mandava e po’
sparia fujendu dintr’a’ nu partuni.
Eranu tiempi chi l’amuri era
Quasi nu’ peccatu e i’ speranzi
S’ ingruppavanu ca’ paura
Chi ncunu si potia accorgiri
I d’ iji e o’ patri ogni cosa riferiri.
E guardandu comu canjaru
I tempi, non si duna paci
O’ penzeru i quanti schianti
Nci cumpricaru a vita, prima
U si poti finarmenti maritari.
Mo’ si godi u piaciri
U si guarda ntuernu i niputeji,
chi jocanu cu nonnu ndaffaratu
e ‘a chjamanu cu tant’ amuri,
e di voti si fermanu vicinu
a seggiceja m’ abbassanu forti ji
mani generusi, ch’ ‘accarizzanu
i facciceji loru tutt’ ‘accalurati
Poesia 3^ classificata Sez. B. Motivazione della Giuria: «Inno all’amicizia semplice e di lunga durata che sembra dare senso all’esistenza. Il vernacolo rende ancor piu’ forte il gusto della condivisione».
Giuseppe Bennardo
I due cumpari
Che l’amicizia fosse una grande cosa
è risaputo, ma che arrivasse a tal punto
non ci credevo.
Si cercano tutto il giorno sia d’estate che d’inverno.
Se gli dici “compare Pietro vieni a casa mia che ho
una bella sopressata” lui risponde: “il compare c’è? altrimenti non vengo”.
Uno è quasi laureato e l’altro è già Dottore
e per questo motivo lavora solo 4 ore.
Sono entrambi disponibili, non lo si può negare, ma quello che dicono loro
bisogna comunque fare!
E quando viene sera, e vanno a dormire l’uno non sente nulla,
per quanto si possa bussare e l’altro si stende lungo e russa
e non gli importa niente se la moglie deve accudire al figlio passeggiando
per tutta la casa.
Camminano procedendo con lo stesso passo,
tanto da sembrare Juan Torena e Fiasconaro.
E per concludere questa bella sonata vi dico che l’amicizia
è una cosa bella!
Essi sono così accorati da sembrare due innamorati
che in pubblico o in privato non si vergognano di dire
a tutti di quanto siano fortunati per il fatto di essersi incontrati.
Poesia 1^ classificata Sez. C. Motivazione della Giuria: «Irriverente e molto allegra fa pensare con il sorriso ad una scena realistica che il passato conserva e la tela racconta».
Genova Mina
La Gioconda di Leeonardo
Leonardo era un ottimo pittore,
disegnava e dipingeva a tutte le ore.
Un giorno prese tela, colore e il suo pennello,
voleva fare un ritratto,
il ritratto più bello.
Poi chiamò Gioconda,
la sua amica del cuore,
le chiese di sedersi, e stare ad aspettare…
Gioconda si annoiava…
Leonardo dipingeva…
Gioconda pensò: «ma ne varrà la pena?»
infatti erano tre ore che era dietro quella a tela.
il volto di Leonardo animato da un sorriso,
gridava a tutto il mondo: «ho finito, ho finito!»,
e Gioconda disperata per il baccano che faceva,
zitta zitta, zitta zitta,
si avvicinò alla tela:
«oh Leonardo, devo dire, ho un aspetto favoloso! nessun mi ha mai dipinto in un modo così grazioso!»,
e Leonardo felice per il bel complimento:
«oh Gioconda, davvero, non son mai stato così contento!».
Poesia 2^ classificata Sez. C. Motivazione della Giuria: «Suoni dannunziani che sembrano costringere il verso e superare la poesia per diventare pensiero puro del nulla».
Vito Ricchiuto
In equilibrio sull’effimero
Ascolto
quel delicato fracasso
di tutti i miei fallimenti
sopiti.
Riavvolgo
i miei squilibri di passo in passo,
mi sono messo sull’attenti
invano.
Granelli apatici e artificiosi,
vite spente incastonate per caso
nello spazio di gloria scura,
zuppe di gasolina accesa e paura.
Atomi come ignare stelle
di dolore, inconsapevoli estasi
di bruciare in poche scintille.
Poesia 3^ classificata Sez. C. Motivazione della Giuria: «Esercizio poetico che pare attaccare il lessico nella speranza di offrire una polisemia che la modernità ci ha rubato».
Emiliana Cicatelli
Lib(e)ri
Respirano il silenzio
senza cercare parole.
L’aria di un sorriso.
Lasciano scivolare istanti di nulla.
Tentennano.
Ripartono.
Fermano il tempo.
Assoluta ed incondizionata felicità.
Vecchi e sazi di giorni
combattono per le loro idee,
e il loro respiro
caracolla
squinterna
scarrucola
strabuzza.
Buffo furore
Gioco di correnti
Scherzi di venti
Bizzarrie del cielo
Collezione di casi.
Sono liberi.
Liberi sono i libri.
Liberi i lettori.
Odore di polvere, tabacco e scarpe
Pavimento logoro,
scaffali bisunti.
Una lampada a petrolio.
Assorti nella spuma dei loro sogni
Sembrano bofonchiare fette di frasi.
Avvinghiati al tempo con disumana forza
conoscono se stessi
rivelano un meraviglioso destino.
Giganti prodigiosi e impassibili
ci reggono sulle loro spalle
non hanno difese contro la meraviglia.
In una bolla di acre silenzio
tra fantasia e stanchezza
sono liberi.
Davvero gli unici ad avere il diritto di essere liberi.